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LA FARRAGINOSA DEMOCRAZIA AMERICANA BLOCCA LO STOP ALLE ARMI

Joe Biden alcune settimane prima delle due recenti stragi di Buffalo e di Uvalde ha dichiarato: ”Sono favorevole al secondo emendamento”. Il diritto al possesso di armi da fuoco è sancito dal secondo emendamento ma secondo il Presidente non è un diritto 'assoluto'. Quasi nessuno parla dell'abrogazione del secondo emendamento come maniera di controllare le armi da fuoco che in America continuano a distruggere vite umane. L'eliminazione del diritto alle armi non è, ovviamente, in discussione negli USA ma nel marzo del 2018 John Paul Stevens, giudice della Corte Suprema dal 1975 e al 2010, prese questa posizione radicale. In un articolo pubblicato nelle pagine del New York Times, un mese dopo una sparatoria in Florida in cui persero la vita 17 persone, il giudice Stevens auspicò la revoca del secondo emendamento, incoraggiando i sostenitori del controllo delle armi, spronandoli ad andare oltre, richiedendo a gran voce la revoca del secondo emendamento. La revoca di un emendamento richiede l'approvazione di 2 terzi dei voti in ambedue le Camere legislative che dovrebbe poi essere ratificata da 3 quarti degli Stati. Questo vuol dire obiettivo impossibile: questa è la farraginosità della democrazia americana. Il secondo emendamento presenta un testo poco chiaro in cui “il diritto di possedere e portare armi” non sarà proibito perché “una ben organizzata milizia” è necessaria alla sicurezza dello Stato. La sintassi di questo emendamento è poco chiara: si tratta di un diritto di possesso individuale o semplicemente di un diritto maturato quando si è membri di una milizia o dell'esercito? Il giudice Stevens lo chiarì nel suo articolo dicendo che si potrebbe modificare il testo sottolineando che il porto d'armi può essere accettato “quando si presta servizio in una milizia” e, quindi, il possesso di armi è legale solo per i soldati. Egli aveva sostenuto questa tesi nella decisione che, difatti, mise a nudo il possesso di armi come diritto individuale allorquando, nel 2008, i giudici della Corte Suprema, con un maggioranza di 5 contro 4, decisero nel processo «District of Columbia Vs. Heller» che il possesso di armi era un diritto individuale. Il giudice Stevens si scontrò in quel caso con il giudice conservatore Scalia il quale scrisse l'opinione della Corte per la maggioranza. Quest'ultimo, però, riconobbe che il governo ha tutti i diritti di creare “leggi che impongono condizioni e limiti sulla vendita delle armi” e di vietarle in “luoghi delicati” come le scuole e proibire “armi insolite e pericolose”. In effetti la Corte Suprema chiarì le ambiguità del testo del secondo emendamento ma allo stesso tempo reiterò il diritto e il dovere di proteggere i cittadini dalla letalità delle armi. Come ha detto il Presidente Biden proprio in questi giorni, il diritto sancito dal secondo emendamento non è infinito. Nascondersi dietro l'emendamento per opporsi ai limiti su alcuni tipi di armi non è dunque valido. Ma la potente lobby per il diritto al possesso di armi NRA (National Rifle Association) sostiene che nuove leggi non fermerebbero queste stragi e i repubblicani che sostengono la linea della NRA offrono poco eccetto la solita ammissione della precaria salute mentale di alcuni individui come responsabili di queste stragi. Il Senato americano ha iniziato a discutere qualche misura per controllare il facile accesso alle armi. Simili sforzi si sono visti anche in passato ma i repubblicani, nonostante siano in minoranza, continuano a bloccare leggi che salverebbero vite umane.




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