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PESCATORI ITALIANI E GROVIGLIO INTERNAZIONALE

Agli armatori Italiani i libici contestano la presenza del loro pescherecci all'interno delle 72 miglia, sessanta in più delle tradizionali 12 miglia, che Ia Libia dal 2005 rivendica unilateralmente come acque nazionali, in virtù della Convenzione di Montego Bay - Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, o UNCLOS acronimo del none in inglese United Nations Convention on the Law of the Sea - che dà la facoltà di estendere Ia propria competenza fino a 200 miglia. Quindi, esiste una convenzione che, al momento, 164 Stati hanno firmato. L'Unione Europea l’ha firmata e ratificata, gli Stati Uniti hanno firmato  ma il Senato americano non I'ha ancora ratificata. La  Libia non I’ha firmata ma, di fatto, ha deciso per conto suo di definire i propri limiti territoriali a mare. Facciamo un po' di storia degli eventi. II colonnello Gheddafi nel 1973 inserì nelle acque interne l'intero Golfo della Sirte e da allora la Libia non ha mai cessato di sorprendere per Ia sua spregiudicata applicazione del principi del diritto del mare in base a quanta stabilito della Convenzione di cui si parla. Nel 2005 vi fu Ia proclamazione della Zona di protezione della pesca (“Zpp”) di 62 miglia, cui seguì nel 2009 quella della “Zee” estesa "sino al limiti permessi dal diritto internazionale" secondo un provvedimento che, inglobando Ia preesistente Zpp, ha eliminato gli aspetti contestati. II 27 novembre 2019 il premier libico e il presidente turco Erdogan hanno concordato la   delimitazione delle rispettive Zone economiche esclusive (Zee) informando le diplomazie europee. La Zee è Ia zona marina di massima estensione di 200 miglia in cui lo Stato costiero esercita diritti sovrani sulla massa d'acqua per Ia gestione delle risorse naturali (principalmente di pesca) e per Ia protezione dell'ambiente marino. II relativo regime, stabilito dall'UNCLOS, ha assunto anche un valore consuetudinario. II limite esterno della Zee, se non diversamente stabilito, coincide con quello della sottostante piattaforma continentale in cui lo stesso Stato ha il diritto di sfruttare le risorse minerarie quali idrocarburi, noduli polimetallici e terre rare. La presenza di pescatori italiani nella Zpp libica ha inoltre più volte generato reazioni da Tripoli e Tobruk,  mentre è  per ora  sospeso  I'accordo  di  collaborazione tra Federpesca e le autorità della Cirenaica. Quindi, l'Italia deve trattare il rilascio bonario oppure, come previsto, il pagamento di una cauzione. Morale della favola: la Libia di ieri e quella di oggi si sono date delle regole, non contestate e non contestabili di imperio, mentre I'Europa e quindi l'Italia, che hanno firmato la Convezione, si trovano di fatto nella condizione obbligata di dover trattare con i libici.




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