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NUOVA LEGGE ELETTORALE E VERIFICA DEMOCRATICA

Serve ridare la parola ai cittadini ma non tramite l'ingannevole prassi del «premierato» bensì iniziando dalla modifica della legge elettorale. Bisogna ritornare al sistema proporzionale per ripristinare e garantire la rappresentatività ma anche per consolidare la stabilità in Parlamento. Bisogna andare a votare tenendo anche conto della riduzione del numero di parlamentari che saranno eletti e del conseguente ampliamento dei collegi elettorali che saranno anch'essi ridotti e favoriranno di fatto le clientele locali. Per non parlare della (probabile) approvazione della legge sull'autonomia differenziata che rischierebbe di far precipitare il Paese nella cruna dell'ago di uno Stato autoritario. Quale, quindi la legge elettorale auspicabile? Sistema proporzionale con indicazione del candidato premier, con sbarramento e preferenze. In tal modo si garantirebbero: l'alleanza politica e programmatica tra partiti che indicherebbero un candidato premier unitario; l'unità dei piccoli partiti per superare la soglia di voti utili; il diritto dei cittadini a votare il proprio partito nelle varie alleanze politiche e a scegliere i propri candidati in una lista di nomi per singolo partito. Ai segretari di partito - che preferiscono invece il sistema maggioritario - è fin troppo facile ricordare come, in tal modo, vengano ristretti sia la libera partecipazione di tutte le tendenze politiche che l'agibilità democratica dei cittadini. Il vero obiettivo di chi difende il sistema maggioritario è il mantenimento dei privilegi di una casta di notabili sia all'interno dei partiti, che nel Parlamento, che nelle istituzioni locali.




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