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DIFENDERE LA COSTITUZIONE E LA REPUBBLICA

La controriforma costituzionale presentata dal governo Meloni punta di fatto a ridurre i poteri del Presidente della Repubblica perché la legittimazione e la forza che derivano dalla investitura popolare sono certamente maggiori di quelle che derivano dal Parlamento. Non verrà mai messo nero su bianco ma questo è il primo tassello della Destra per trasformare una Repubblica parlamentare in uno Stato autoritario: il secondo, quello definitivo, sarà costituito dal potenziamento e dalla conseguente delegittimazione del Parlamento. Tutti i movimenti politici di Destra, populisti, sovranisti o apertamente fascisti apparsi negli ultimi decenni in Europa hanno in comune la contestazione della capacità e della legittimità di quelle che chiamano élite e/o caste governative (esponenti pubblici, Partiti) oppure economiche (multinazionali, banche, media e poteri forti di varia natura) oppure tecniche (burocrati nazionali ed europei, esperti e accademici incaricati dai governi) sostenendo, parimenti, che il loro malgoverno – foriero di crisi, di disuguaglianze, di politiche neoliberali, globaliste e di rigore, di fiscalità inadeguata, di dominio di mercati e/o multinazionali e/o banche sulle autorità statali, di sovranità statale trasferita all’Unione Europea – possa essere superato esclusivamente dal governo (di Destra) e da rappresentanti politici diretta emanazione della volontà popolare, chiamando i cittadini a eleggere direttamente il Capo che guiderà il Paese. Ma la democrazia, anche quella borghese, è nettamente altro. Essa non è riducibile solo alla regola del governo assoluto della maggioranza ma deve essere anche necessariamente rappresentativa e pluralista, alimentata dalla partecipazione di massa e non dalle decisioni di iscritti ai partiti, dal dibattito pubblico, dalla mediazione, dalla ricerca razionale della scelta politica ottimale. La Destra fascista, quella italiana non fa eccezione, punta invece a governare direttamente in nome del popolo, a legittimare il proprio potere attraverso plebisciti, acclamazioni teatrali in piazza o votazioni sedicenti democratiche sul web, a screditare e a indebolire – e una volta al governo ad occupare e a controllare – le istanze di garanzia democratica: il Parlamento, le Magistratura e la Stampa.

 




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