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QUANDO LA DESTRA VOTÒ A FAVORE DEL MES

Alla fine del 2018 il governo Conte, composto da Lega e M5S, inizio il negoziato per un nuovo accordo che migliorasse il MES, Meccanismo Europeo di Stabilità. A giugno del 2019, con Lega e M5S ancora al governo, fu approvata in Parlamento questa risoluzione: "Si impegna il governo a promuovere in sede europea una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell'Unione Economica e Monetaria, riservandosi di esprimere la valutazione finale solo all'esito della dettagliata definizione di tutte le varie componenti del pacchetto. Questo ovviamente in ordine della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità." Fu il Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi ad approvare il 3 agosto 2011 "il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l'articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm - European Stability Mechanism), nei Paesi in cui la moneta è l'euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell'Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell'intera area dell'Euro". Di quel governo facevano parte PdL e Lega Nord: Meloni ministro, Salvini europarlamentare. Se a tracciare la strada per avviare il trattato del MES fu il governo Berlusconi, al governo Monti toccò il compito di ratificarne l'istituzione con disegno di legge. II MES fu, poi, approvato a Bruxelles il 2 febbraio 2012 col voto contrario della Lega Nord. Venne poi il tempo della riforma del MES in sede europea con l'introduzione dello strumento del "backstop" che è una sorta di cintura di sicurezza attorno alle banche dell'Eurozona. Infatti, nel caso di crisi di una banca la precedente normativa prevedeva un intervento del Fondo di risoluzione unico alimentato dalle banche europee. Con la riforma dello strumento finanziario, in caso di insufficienza del Fondo, interviene il «backstop» che è una rete di sicurezza realizzata con le risorse impegnate dagli Stati per evitare effetti di contagio sistemico. Il nuovo MES, tra l'altro, interverrà attraverso due distinte linee di credito, pensate per evitare l'effetto di contagio che può derivare da altri paesi in crisi: quella "semplice" (Precautionary Conditioned Credit Line, PCCL) e quella "a condizionalità rafforzata" (Enhanced Conditions Credit Line, ECCL). La PCCL è riservata ai paesi che rispettano le prescrizioni del Patto di stabilità e crescita, che non presentano eccessivi squilibri macroeconomici e che non hanno problemi di stabilità finanziaria. La ECCL è destinata ai paesi che non rispettano pienamente i suddetti criteri e ai quali pertanto vengono richieste misure correttive. Per quanto riguarda specificamente la condizione attuale dell'Italia, il rifinanziamento dell'elevato debito pubblico del nostro paese può avvenire in maniera più ordinata, a costi più contenuti, con la procedura ECCL. Per quanto riguarda l'Italia, Meloni continua a sostenere che la riforma del trattato non è mai stata portata a ratifica. Ma non è vero, fu il governo Berlusconi IV a ratificare il Mes e Meloni lo sa bene perché all'epoca dei fatti c'era. Fu, infatti, il Consiglio dei Ministri del governo Berlusconi IV ad approvare il 3 agosto 2011 «il disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l'articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (Esm - European Stability Mechanism), nei Paesi in cui la moneta è l'euro. Obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell'Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell'intera area dell'Euro». Quel Consiglio dei Ministri fece seguito al Consiglio Europeo del 25 marzo 2011, in cui l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rappresentò l'Italia al tavolo in cui si definirono i contenuti del Mes. Il disegno di legge per approvare la ratifica del Trattato sul Mes venne poi presentato in Parlamento dal successivo governo Monti il 3 aprile 2012 e fu approvato definitivamente alla Camera dei Deputati il 19 luglio 2012, insieme alla ratifica della modifica del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) presentata ad agosto 2011 dal precedente governo Berlusconi. A favore della ratifica si espressero, tra gli altri, il Popolo della libertà (di cui Meloni faceva ancora parte) e il Partito Democratico mentre la Lega voto contro. Questa è storia, il resto è politica spicciola.




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