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IL GOVERNO PEGGIORE: DI CHI LA COLPA?

Questo governo sta dimostrando tutti i suoi limiti, nell'immagine che dà dell'Italia e nella sostanza dell'attività politica. Meloni, Salvini e Berlusconi - la moderna Trimurti - hanno ben orchestrato l'opposizione ad un governo guidato da un tecnocrate di primissimo piano in Europa e nel mondo sia posizionando la Quinta Colonna all'interno della compagine ministeriale che infiammando le piazze e le menti deboli, e/o interessate ai propri affari, del popolo italiano. Oggi il Paese si trova in bilico sul baratro: finanze dissestate, mondo del lavoro devastato da un solco aperto tra autonomi e salariati, masse popolari prive di sostegni finanziari concreti, sanità pubblica indebolita nei finanziamenti e spinta alla resa verso il privato, PNRR abbandonato a se stesso in mano a un ministro che non sa neanche come leggere i numeri e con finanziamenti europei conseguentemente bloccati, migranti abbandonati a se stessi se non a mare di certo nei Centri di accoglienza e con la spada di Damocle di una stretta sulle espulsioni preparata dalla Lega. Da ultimo un'opposizione che, da un lato, è sempre più impegnata a gridare piuttosto che a organizzare una seria, convinta e concorde azione di critica e proposizione programmatica alternativa e, dall'altro, è intenta - quella riformista - a capire dove indirizzare il nuovo corso politico interno e in parlamento e nelle piazze oppure - quella di alternativa - laddove ogni partitino intento, per proprio conto, a pensare come fare la rivoluzione possibilmente da solo e per primo. In questo scenario, il popolo italiano assiste inerte, speranzoso, dubbioso, scontento, deluso, demotivato - e chi più ne ha, più ne metta - alla lenta agonia sociale di un Paese inaridito dalla secca politica. Di chi la colpa? Perché colpe precise ci sono se siamo arrivati a questo punto!! Innanzitutto di un avvocato di nome Giuseppe Conte che un giorno ha deciso, vinta una battaglia di potere interna al suo partito, di poterne vincere un'altra e passare alla storia per aver abbattuto un drago. A pochi mesi da una decisiva scadenza politica per un intero Paese che si stava risollevando grazie alla capacità di Draghi di farsi comprendere e rispettare in Europa, di aiutare concretamente lavoratori autonomi e dipendenti con importanti sostegni finanziari, di risollevare l'economia e portare l'Italia ad avere il miglior incremento Pil nell'area euro, l'avvocato "del popolo" ha deciso di staccare la spina impuntandosi su una tanto velleitaria quanto dilazionabile modifica ad un'ultima tranche di un decreto aiuti tranquillamente rinviabile ad altro momento politico e ad altra mediazione in Consiglio dei ministri: ma Conte aveva deciso che andare al voto per il suo popolo lo avrebbe riportato a palazzo Chigi. Classico esempio di cretinismo parlamentare e la Destra, che aveva già pronta la trappola e cercava solo il momento opportuno per farla scattare, ha ringraziato per la generosa opportunità concessa. Poi di un esule volontario in terra francese, di nome Enrico Letta, per acclamazione ricevuta segretario del PD che ha deciso di non mediare ma andare allo scontro col M5S, che dal mio punto di vista quello aspettava nella sua estasi velleitaria, brandendo un'agenda rivelatasi poi non appartenente a nessuno, utile però a questo signore per invocare la primogenitura di salvatore della Patria in competizione con l'altro servitore del popolo. Con il risultato politico, devastante, che di lì a poco avrebbe annichilito la democrazia, intorpidito il PD, drogato il M5S ma soprattutto ingabbiato il popolo italiano in una pericolosa ragnatela nera. Non possiamo, in questo scenario apocalittico non citare la capacità dimostrata dalla Sinistra di alternativa di dividersi fino all'inverosimile con almeno cinque partiti comunisti o sedicenti tali in lotta tra loro e divisi in due coalizioni più un partito che ha corso da solo per prendere probabilmente neanche i voti dei propri iscritti. Però, parte di responsabilità, se non vogliamo usare la parola colpa, è da addebitare anche a quella parte di popolo, certamente democratico ma per lo più anche antifascista, che ha ritenuto di disertare le urne per vari e diversi motivi che non possono essere definiti comprensibili allorquando all'orizzonte c'era un blocco politico reazionario e fascista che dichiaratamente si era schierato dalla parte delle classi dominanti - e lo sta coerentemente dimostrando nei fatti - e che ha beneficiato di circa il 40% di astensionismo che gli ha permesso di vincere le elezioni e di sbandierare la favola di rappresentare la maggioranza degli italiani. Troppo tardi per pentirsi!!




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