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NON PARLIAMO DEL FASCISMO? BENE, ALLORA PARLIAMO DELLA DESTRA.

Il voto degli italiani è, dovrebbe essere, una precisa assunzione di responsabilità nell'interesse del Paese. Il condizionale è d'obbligo, non tanto perché nel 2018 più di un quarto degli italiani non si recò al seggio elettorale (votanti 72,93%) in diminuzione anche rispetto alle elezioni politiche del 2013 (votanti 75,24%) ma anche perché l'atmosfera che per lo più si respira è fatta di scetticismo, delusione e distacco nei confronti della politica. Quasi nessuno - fermo restando che c'è anche qualcuno che ha le idee chiare in fatto di visione politica e scelta di campo - si documenta leggendo i programmi elettorali piuttosto che i post sui social network oppure rapportando il suo essere sociale con la propaganda di partito o con le interviste e i confronti politici che il servizio pubblico effettua ai segretari di partito, non tutti a dire il vero. E questo, inquinando il voto, comporta un grande rischio per la nostra democrazia e per la nostra Costituzione. Vediamo perché.
<> Perché il voto inquinato?
Data l'oggettiva condizione, sopra esposta, che definirei di "mollezza politica" degli italiani, il voto viene inquinato innanzitutto perché è molto semplice e comodo votare per chi ha fatto opposizione ed ha saputo dare l'immagine di essere "contro il sistema" oltre che contro il governo. Facile e comodo promettere il ribaltamento del tavolo, godendo di ampi spazi televisivi (Fratelli d'Italia, Meloni) per trasmettere la rabbia agli italiani a differenza di altri (Sinistra Italiana, Fratoianni) che sono stati semplicemente accantonati dalla televisione cosiddetta pubblica.
<> Perché rischio per la nostra democrazia?
Per più di un motivo: (a) innanzitutto gli italiani che non si recano alle urne minano alla base il dovere/diritto di esprimere liberamente il voto per un sistema politico democratico (b) a questo si aggiunge il fatto che andando a votare per stanchezza o per rabbia o per interesse particolare si falsi la reale consistenza e la migliore diversificazione della rappresentanza politica eletta (c) che si voti "di pancia" per un politico (Meloni) che ha sputato veleno contro il governo, senza avere contezza di che cosa quel partito (Fratelli d'Italia) abbia scritto nel programma elettorale e proponga ai italiani aldilà dei facili slogan e delle sterili litanie ripetute in tv e che non si voti semmai "con la testa" per un politico (Fratoianni) che ha criticato il governo senza avere contezza di che cosa quel partito (Sinistra Italiana) abbia scritto nel programma elettorale e proponga ai italiani aldilà dei trenta secondi in cui ha potuto parlare in tv (d) che per tutto quanto detto sopra, si vada a votare non tenendo conto della propria classe sociale di appartenenza e delle proprie reali condizioni di lavoro e di vita. Il grande rischio che in tal modo si favorisca chi, di fatto, è referente politico della classe imprenditoriale (in particolare della grande impresa del Nord) e fiancheggiatore delle pretese egemoniche di Confindustria, chi è contro il salario minimo legale per un lavoro che sia degno e degnamente retribuito ma favorevole al cuneo fiscale che serve di fatto ad sbattere le tasse alle imprese, chi è contro il reddito di cittadinanza che ha contribuito - dati istat - ad abbattere del 18% l'incremento della povertà assoluta nel nostro Paese, chi non ha interesse ad informarci sul gravissimo fenomeno dell'evasione contributiva e fiscale e sulle irregolarità assuntive delle imprese industriali come documentato da circa 60.000 aziende sanzionate da INL, INPS e INAIL su 84.679 controlli effettuati nel 2021.
<> Perché rischio per la nostra Costituzione?
Proporre agli italiani, nel nome del popolo sovrano, l'elezione diretta del Capo dello Stato e, in ambito di federalismo regionale, quello del Presidente della Regione, significa da un lato stravolgere completamente il contenuto e gli obiettivi della carta costituzionale che prevedono equilibrio e autonomia dei tre poteri fondanti, garantiti e non imposti o condizionati da un uomo solo al potere, dall'altro ramificare il potere di chi quell'uomo (Presidente della Repubblica o della Regione) rappresenta politicamente in ogni istituzione pubblica dello Stato e della Regione, senza alcun potere di controllo e di verifica.

Questa è oggi l'opzione politica che la Destra propone agli italiani puntando proprio sul voto non strutturato bensì emotivo e rabbioso, piuttosto che su quello strutturato mediante valutazioni e ragionamenti sulla proprie condizioni di vita e di
lavoro e di appartenenza ad una classe sociale. Il voto del 25 settembre può diventare determinante, in un senso o nell'altro - per rafforzare la democrazia o per spianare la strada all'autoritarismo - nel nostro Paese.




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