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DAL SOCIALISMO PER IL SUPERAMENTO DELLO STATO
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- Di Comintern
- Domenica, 24 Dicembre 2023 09:18
Per Marx ed Engels lo Stato non è affatto un apparato imposto alla società civile dall'esterno ma è, piuttosto, un prodotto della società giunta ad un determinato stadio di sviluppo. Tale impalcatura è la dimostrazione che questa società si è avvitata in una contraddizione insolubile con sé stessa, scindendosi in antagonismi di classe inconciliabili e sui quali è impotente ad intervenire per eliminare. Ma per contenere questi antagonismi, questa lotta tra classi con interessi economici in conflitto, non permettendo che si distruggano e che corrodano la società in una sterile lotta, è sorta la necessità politica di una sovrastruttura che sia, appunto, apparentemente al di sopra della società stessa e che ne attenui il conflitto tra le classi. Questa sovrastruttura politica è lo Stato, sorto nel mezzo del conflitto tra due grandi classi - borghesia e proletariato - con l'obiettivo e con il bisogno di tenere a freno gli antagonismi tra queste classi ma, di fatto, configurandosi come lo Stato della classe più potente, dominante che, per suo tramite, diventa anche politicamente dominante, acquisendo un nuovo strumento per tenere sottomessa e per sfruttare la classe oppressa. Come lo Stato antico fu anzitutto lo Stato dei possessori di schiavi al fine di mantenere sottomessi gli schiavi, così lo Stato feudale fu l'organo della nobiltà per mantenere sottomessi i contadini, servi della gleba, lo Stato rappresentativo moderno è lo strumento per lo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale. Ma lo Stato, come ben spiega la teoria marxista, non esiste da sempre e non esisterà per sempre. Vi sono state società che ne hanno fatto a meno e che non avevano alcuna idea di Stato e di potere statale ma poi, in un determinato grado dello sviluppo economico necessariamente legato alla divisione della società in classi, lo Stato è diventato un'impalcatura politica necessaria proprio a causa di questa divisione sociale. Con il superamento della società capitalista, come oggi configurata e conosciuta, e con la costruzione - che parte dall'interno delle contraddizioni dinamiche tra classi contrapposte - di una società socialista, ci si avvicinerà ad uno stadio di sviluppo della produzione nella quale l'esistenza di queste classi non solo avrà cessato di essere una necessità ma diventerà un ostacolo effettivo alla produzione e alla sua socializzazione. Per questo motivo l'antagonismo tra le classi cadrà ineluttabilmente così come è sorto. Venendo meno la lotta tra le classi, cadrà inevitabilmente anche l'impalcatura politica dello Stato. In tal modo la nuova società - che riorganizza la produzione in base ad una libera ed uguale associazione di produttori - consegnerà l'intera macchina statale “nel posto che da quel momento le spetta, cioè nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all'ascia di bronzo” come scritto e teorizzato da Friedrich Engels, nella sua grandiosa opera «L’origine della famiglia, della proprietà e dello stato» scritta nel 1884 ma quanto mai attuale per gli insegnamenti che ci fornisce a circa centoquarantanni anni di distanza dalla sua stesura.