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INTERNAZIONALISMO PROLETARIO, COSMOPOLITISMO, SOVRANITÀ POPOLARE

In Europa le reazioni al globalismo finanziario, al transnazionalismo del grande capitale e al conseguente dibattito di politica economica tra «Internazionalismo proletario» e «Cosmopolitismo» si stanno traducendo in una sorta di ritorno di fiamma del nazionalismo, in certi casi condito da un pericoloso sciovinismo e da un più confuso sovranismo, che attecchisce nelle devastazioni causate dalla ferocia del liberismo e della globalizzazione raccogliendo consensi più di protesta irrazionale che di organica proposizione politica, per lo meno in Italia. Ritengo sia importante fare chiarezza, visto il dibattito in corso in questo particolare momento politico e sociale che sta attraversando il vecchio Continente. Nel "Manifesto del partito comunista" K.Marx e F. Engels scrivevano: "Sfruttando il mercato mondiale la borghesia ha reso cosmopolita la produzione e il consumo di tutti i paesi. Con gran dispiacere dei reazionari, ha tolto alle industrie la base nazionale." per poi concludere col messaggio politico: "Proletari di tutto il mondo unitevi!". Al cosmopolitismo del capitale, quindi, si contrappone l'internazionalismo del proletariato. II cosmopolitismo prescinde dalle nazioni avendo un carattere individualistico che sul piano economico esprime il criterio vitale della mobilità perché il capitale ha bisogno sia dello Stato, per le garanzie e le norme giuridiche che lo proteggono, che di un'ampia libertà di movimento oltre e al di sopra dei confini statali per la sua valorizzazione. L'internazionalismo proletario non prescinde dall'esistenza delle nazioni e degli Stati, ha un carattere collettivo di classe e si propone di superare le differenze e le rivalità nazionali e statali mediante la costruzione di una solidarietà e di un'unità di intenti economici e politici tra classi subalterne e lavoratori salariati appartenenti a nazionalità differenti nei confronti del capitale. Decisive le differenze: il cosmopolitismo riconosce e persegue l'affermazione globale degli interessi individuali dell'élite capitalistica al di sopra dello Stato nazionale mantenendone però saldamente sia il controllo politico che la natura di classe; l'internazionalismo proletario riconosce e persegue globalmente gli interessi collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori salariati contro le divisioni nazionali e contro il ruolo dello Stato di supporto politico alla concentrazione del capitale. L'obiettivo delle masse popolari è la costruzione della società socialista ed i fattori caratterizzanti la lotta per questo obiettivo sono due e divergono da un freddo e insensato appiattimento su posizioni nazionaliste, comunque variegate, ma di fatto reazionarie ed anti-socialiste:

  • il conflitto tra classi opposte, tra oppressi e oppressori, tra chi ha il capitale e chi ha le braccia, e che non consiste nel discutere senza senso di élite e di popolo ma serve invece a chiarire la loro relazione con il capitale e con il lavoro salariato
  • la necessaria internazionalizzazione del conflitto tra i due campi

Il nazionalismo, il sovranismo sono antitetici all'internazionalismo proletario. La via per il movimento comunista mondiale è tracciata, il campo di riferimento è quello degli oppressi in patria così come oltre i confini nazionali, in solidarietà e in supporto degli oppressi di altri Paesi, ovunque essi siano. Se non si parte dalla solidarietà tra oppressi e sfruttati e dalla presa di coscienza del proprio essere sociale e della classe alla quale si appartiene, non si riuscirà a trovare nel socialismo l'alternativa strutturale alla centralità del capitale e la deriva emotiva dei popoli, non contrastata teoricamente, porterà all'isolamento dei comunisti dalle classi meno abbienti all'interno dei confini nazionali ed al conseguente trionfo del potere economico e politico di una borghesia sempre più aggressiva. E' necessario, allora, liberarsi da una concezione aleatoria della "sovranità" alimentata dai regimi di democrazia borghese che puntano a favorire, in assenza della prospettiva di una democrazia consiliare, il risorgere di una mistificatoria sovranità nazionale per evidenziarne definitivamente le sostanziali differenze politiche e di prospettiva. La sovranità nazionale ripropone all'interno di uno Stato il potere del capitale nazionale contrapposto al capitale internazionale, la sovranità popolare, invece, mediante varie forme di democrazia diretta realizza il superamento della società capitalista.




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