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QUANTO VALE L’ECONOMIA NON OSSERVATA IN ITALIA

La componente dell’economia sommersa ammonta a poco più di 183 miliardi di euro mentre quella delle attività illegali supera i 19 miliardi di euro, pari all’11,3% del Pil. In totale, quindi, nel 2019 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e di attività illegali, si è attestato a 202,9 miliardi di euro, con una flessione del 2,6% rispetto all’anno precedente quando aveva registrato 208,2 miliardi di euro. Sono 3 milioni 586 mila le unità di lavoro irregolari nel 2019, in calo di oltre 57mila rispetto all’anno precedente (dati Istat). Quasi tutte le varie componenti dell’economia non osservata hanno segnato una contrazione: il valore aggiunto sommerso da sotto-dichiarazione è diminuito di 3,8 miliardi di euro rispetto al 2018, quello generato dall’impiego di lavoro irregolare di 1,2 miliardi di euro, mentre le altre componenti hanno registrato una riduzione di 500 milioni di euro. L’economia illegale, invece, ha segnato un aumento contenuto sull’anno precedente (+ 174 milioni di euro). I settori dove è più alto il peso del sommerso economico sono gli Altri servizi alle persone (35,5% del valore aggiunto totale), il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (21,9%) e le Costruzioni (20,6%). Minori le incidenze negli Altri servizi alle imprese (5,5%), nella Produzione di beni d’investimento (3,4%) e nella Produzione di beni intermedi (1,6%). Rispetto all’anno precedente, pur nel contesto di una riduzione generalizzata dell’incidenza del sommerso sulle attività produttive (-0,6%), il calo più marcato si riscontra per le Costruzioni (-2,0%) e per i Servizi professionali (-3,5%). Il contributo del valore aggiunto sotto-dichiarato sul complesso dell’attività produttiva ha un ruolo significativo nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (11,9% del totale del valore aggiunto), negli Altri servizi alle persone (11,5%), e nelle Costruzioni (10,9%). Il fenomeno risulta invece meno rilevante negli Altri servizi alle imprese (2,4% del totale del settore), nella Produzione di beni di investimento (2,1%) e nella Produzione di beni intermedi, energia e rifiuti (0,6%). D’altra parte, il valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare ha una maggiore incidenza negli Altri servizi alle persone (23,2% del valore aggiunto totale), dove è rilevante l’incidenza del lavoro domestico. Il fenomeno risulta, invece, limitato nei tre comparti dell’industria in senso stretto (con un peso compreso tra l’1,0% e il 2,8%) e negli Altri servizi alle imprese (1,7%). Nel settore primario il sommerso, generato solo dalla componente di lavoro irregolare, rappresenta il 17,3% del totale prodotto dal settore. (fonte: ISTAT)




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