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EVASIONE FISCALE: UN’OSSESSIONE ITALIANA

L’evasione tributaria e contributiva in Italia è di quasi 110 miliardi di euro ogni anno. Ci sono quasi sei milioni di piccole imprese e partite Iva che pagano le tasse su stime di fatturato non reali. Ogni anno l’Agenzia delle Entrate fa 300.000 accertamenti, che sono poca cosa perché oltre l’80% dei piccoli contribuenti non viene analizzato. Come recuperare qualcosa da quei 3,45 milioni di conti correnti degli italiani che hanno appoggiato su banche estere 200 miliardi di dollari? Questo è il numero fornito dalla rete internazionale di scambio automatico di informazioni sui conti finanziari basata sullo standard convenuto in sede Ocse. Tra questi connazionali ci sono certamente coloro che hanno casa a Londra o New York e per comodità hanno aperto un conto; ci sono coloro che non si fidano a tenere i soldi in Italia ma hanno versato il dovuto e dichiarato dove tengono i soldi nella dichiarazione dei redditi; coloro che temono una patrimoniale. Ma ci sono anche quelli che hanno corposi conti personali alle Cayman o alle British Virgin Islands, denaro che indebolisce il nostro sistema produttivo perché non utilizzabile dalle banche per fare prestiti. A conti fatti il Fisco controlla quasi solo i contribuenti che dichiarano più di 35mila euro offrendo, invece, una giungla di agevolazioni – in aumento con la pandemia – al 57% degli italiani con i redditi (dichiarati) sotto i 15mila euro. Ci sono oltre 22 milioni di contribuenti che dichiarano meno di 15mila euro lordi all’anno e un altro 29% che dichiara redditi tra i 15mila e i 35mila che ha diritto a qualche beneficio. La parte restante degli italiani, oltre i 35mila euro di Irpef, si carica lo Stato sociale sulle spalle. E poi si tassano solo i redditi, quindi tendenzialmente solo il lavoro. L’imposta sulle successioni e donazioni fino a 1 milione di euro è pari a zero; in Francia e negli Usa è ben più pesante (30% circa). La triste realtà è che oggi chi vuole e si organizza sfugge ai controlli fiscali e questo porta dritto ad una questione centrale. Tutti questi milioni di redditi dichiarati da piccole imprese, partite IVA, più in generale da lavoratori autonomi, quei 3 milioni e passa di conti correnti esteri, più quelli nazionali, devono essere controllati uno ad uno per verificare chi è in regola e chi occulta denaro al fisco ma per farlo occorre personale e l’Agenzia delle Entrate è sotto organico. Quello attualmente in servizio nell’Agenzia delle Entrate è di 32.186 unità, a fine 2012 erano 41.035, quasi 9.000 in più. Motivo? blocco del turn-over e dei concorsi.

 

 




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